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domenica 25 febbraio 2007

"Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro. Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che, ormai, è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che , ormai , è passata l'età. Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtu' del grato ricordo della felicità avuta in passato, e dai giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l'avvenire...." (estratto da Lettera a Meneceo - Epicuro)

sabato 27 gennaio 2007

felicità e coraggio

Molti vendono la propria felicità in cambio di un anestetico, cedono le armi al nemico per una morte indolore, la dolce morte. Si può morire in anni fatti di piccole cose, di pensieri lenti, rarefatti, per non disturbare la quiete, il sonno del mostro che sembra un angelo finché stiamo in silenzio e non ci allontaniamo. Io il mostro l’ho svegliato un settembre, c’era il sole e volevo andare a fare un giro…ed ho pensato questo:
Se non avrai paura di piangere,
se vivrai ogni istante senza rimpianto,
se nuoterai con la corrente anziché contro di essa,
avrai in dono la tua vita e la tua libertà.
Avrai gli occhi dei prigionieri fissi addosso,
sarai ingiuriato, deriso, aggredito,
e lo stesso sarai felice.

domenica 21 gennaio 2007

La ricerca della felicità

Con la sua determinazione riesce a raggiungere il suo sogno ma poi dichiara quel periodo della sua vita...un "breve periodo di felicità"...perchè? Eppure ha raggiunto il suo obiettivo...od almeno quello che credeva essere l'essenza della felicità....ma allora cosa ci rende felici? Forse non il raggiungimento di un obiettivo che ci siamo prefissati o forse dipende dal tipo di obiettivo che decidiamo di raggiungere. Forse quel tipo di obiettivo non era quello giusto! Forse bisogna guardare da un'altra parte! Ma dove?

Proprio in questi giorni ho notato sul volto delle persone che ho incontrato andando o tornando dall'ufficio un'espressione di tristezza, mi sembra di scorgere tanta infelicità e non, come il film fa risaltare, tanta gente con il sorriso sulle labbra che cammina davanti all'edificio della Borsa di San Francisco e che poi si contrappone ai volti in lacrime di coloro che non hanno niente e si trovano a partecipare ai cori gospel per alleviare il proprio dolore o per trovare la forza di continuare ad andare avanti. L'avrebbe forse trovata Will Smith la felicità se avesse deciso di cercare ed accettare un lavoro più umile, come quello della moglie? Gli avrebbe forse consentito di non sfaldare la sua famiglia, ormai sull'orlo del fallimento, ma si sarebbe dovuto arrendere a raggiungere i suoi sogni, li avrebbe seppelliti e forse avrebbe vissuto una vita da insoddisfatto. Sarebbe stato più felice se avesse mantenuto unita la sua famiglia pur accettando di abbandonare i suoi sogni? Allora, sembrerebbe che perseguire i propri sogni non è detto che porti ad una felicità duratura ma, d'altro canto, non perseguirli potrebbe farci sentire sconfitti già in partenza...quindi qual è la strada giusta da perseguire?
(riflessioni sul film "La ricerca della felicità", di Muccino)