giovedì 26 aprile 2007

QUANTO SI STA BENE, QUANDO SI STA BENE




Quanto si sta bene, quando si sta bene.

A volte, lungo il nostro "vivere" troviamo degli eventi che interrompono la nostra routine o semplice aspettativa di vita.
Mai pensare che siano capitate per caso o che semplicemente sarebbe stato meglio fossero capitate ad altri soprattutto se sono stati eventi brutti.
Io ho avuto modo di credere che anche un episodio brutto a me accaduto sia stato per me "benigno", perché mi ha dato modo di ricevere più amore dalle persone a cui voglio bene e maggiore sensibilità davanti alle bellezze che mi circondano.
Da quando sono stata male, ho il grande piacere di sentirmi bene, tanto bene, anche quando il mio vicino si lamenta del suo raffreddore.
Quanto è bello utilizzare tutti i nostri sensi, annusare un profumo, inebriare il proprio essere davanti a qualcosa che ci piace tanto.
Quanto è bello ricordare, è come rivivere due volte, ancora più intensamente (se fosse possibile).
Sono felice di dire che sono felice, e sono felice di dirvi di essere felice di essere stata invitata a scrivere per la prima volta questi pensieri. Grazie per l'invito.

martedì 10 aprile 2007

vedere l' altra realtà..

Ciao a tutti!
é la prima volta che scrivo su questo blog e vorrei condividere con voi una frase che mi ha particolarmente colpito del libro "Uno, nessuno, centomila" di Pirandello:
"e ci deve sembrare per forza che gli altri hanno sbagliato; che una data forma, un dato atto non è questo e non è così. Ma inevitabilmente, poco dopo, se ci spostiamo d'un punto, ci accorgiamo che abbiamo sbagliato anche noi, e che non è questo e non è così;sicchè alla fine siamo costretti a riconoscere che non sarà mai nè questo e nè così in nessun modo stabile e sicuro; ma ora in un modo ora in un altro, che tutti a un certo punto ci parranno sbagliati, o tutti veri, che è lo stesso; perchè una realtà non ci è data e non c'è e non sarà mai una per sempre, una per tutti".
Sembra un pò contorta effettivamente..ma io credo che tutto ciò sia incredibilmente vero..
la "filosofia" di Pirandello (se vogliamo chiamarla così) è basata fondamentalmente su due affermazioni: che non si può mai esser certi di conoscere la verità nel giudicare le azioni umane e che ogni uomo risulta essere estraneo agli altri ma anche a se stesso. Pirandello tuttavia non si limita ad enunciare queste affermazioni, egli le dimostra attraverso le paradossali vicende dei suoi personaggi. Questi si trovano di fronte a fatti di cui ognuno di noi offre la propria spiegazione, dal proprio punto di vista. Tuttavia nè il "buon senso", nè la logica. nè le convenzioni normalmente accettate riescono a dar loro la certezza di poter sapere chi ha ragione e quale sia la "verità vera". Ognuno ha la sua verità, questo è il punto. La verità delle cose è la sola ad essere evidente: un tavolo è un tavolo, un albero è un albero. Ma chi può affermare con sicurezza assoluta che ciò che considera "giusto" o "ingiusto" è veramente "giusto" o "ingiusto"?
L'impossibilità di trovare una verità che sia valida per tutti gli uomini giunge a creare fra noi e l nostro prossimo un muro invalicabile; e questa incertezza si riflette anche sulla nostra coscienza, sul concetto che abbiamo di noi stessi. Un dubbio sottile ci rode l'anima: "chi sono io?" sono quello che MI SENTO o sono come mi vedono GLI ALTRI, i 100 mila altri che mi circondano,ognuno dei quali ha una SUA immagine di me?
Questo è quello che succede tra gli uomini (almeno dal mio punto di vista): siamo talmente convinti che la nostra sia l'unica realtà VERA possibile che "ci deve sembrare per forza che gli altri hanno sbagliato" solo perchè vedono una realtà diversa dalla nostra ma che dal LORO punto di vista è comunque VERA...
Ma tuttavia ciò che conta non è scoprire quale sia la realtà vera, non c'è e non ci sarà mai una valida per tutti...ciò che conta è VEDERE l'altra realtà quella che la NOSTRA realtà vuole nascondere... é questa credo l'unica possibilità per salvare i rapporti tra le persone e la comunicazione, è questo forse il modo per non costruire quel "muro invalicabile tra noi e gli altri" tanto professato da Pirandello...